CLASS L

La classe L di Cnosso riunisce le tavolette relative all’industria tessile che registrano i tipi di tessuti e che sono accomunate dalla presenza del logogramma *159/TELA (Nosch 2016, 437). I documenti di questa classe sono 219 e sono raggruppati nelle serie Lc, Ld, Le, Ln e L. Quest’ultimo gruppo tematico è il più cospicuo e riunisce i testi non riconducibili alle altre serie.

Il logogramma *159/TELA rappresenta un pezzo di tessuto di forma rettangolare, con dei trattini verticali in basso a formare delle frange. Proprio il numero di queste, che può variare da 3 a 7, permette di distinguere le diverse varianti del logogramma, che è indicato con il termine latino TELA seguito da un numero in apice corrispondente al numero di frange comprese tra le due laterali esterne.

*159/TELA è attestato anche in legatura con vari sillabogrammi, inseriti all’interno del rettangolo nella parte superiore del segno. I segni sillabici che si legano a TELA sono TE, TU, PA, PO, PU, KU e ZO, abbreviazioni acrofoniche di termini usati per indicare tipi diversi di tessuti, purtroppo non tutti identificati. La specificità di questi tessuti doveva risiedere anche nella quantità di lana necessaria per la loro fabbricazione, che è stato possibile ricavare da alcune tavolette in Lineare B, dove il tipo di tessuto è associato a uno specifico quantitativo di lana, nonché al numero di ovini necessari alla produzione della materia prima (Killen 1964; Greco 2012). Dunque, ad esempio (per la lettura delle sigle e il significato dei termini DMic s.vv.; Luján 1997; Del Freo et al. 2010):

  • la sigla PU indicherebbe il tessuto pu-ka-ta-ri-ja, forse riconducibile al greco πυκ(ι)νός “pesante, spesso” (DELG, v.), dunque interpretabile come “a trama fitta” (Melena 1975), e fabbricato con 1 unità di lana (3 kg), verosimilmente fornita da 4 ovini, considerando una media di 750 g per animale;
  • la sigla PA è acrofonica del termine pa-we-a, ricondotto all’omerico φᾶρος (DELG, v.), usato per specificare la trama che Penelope tesseva di giorno e disfaceva di notte ingannando i Proci (Od. XXIV 120 e seg.), e che, grazie alle indicazioni fornite dai documenti in Lineare B, doveva essere prodotta con ca 1 unità e mezza di lana (4,5 kg), corrispondente alla produttività di 6-7 ovini;
  • TU, abbreviazione di tu-na-no, doveva indicare un tessuto più pesante di quello pa-we-a perché realizzato con 4 unità di lana (12 kg), fornite da 12 ovini;
  • TE è sigla per te-pa, termine ricondotto al greco τάπης, -ητος, “tappeto, coperta” (DELG, v.), che nei poemi omerici indicava un tessuto impiegato per rendere più comodo un letto o una sedia (Il. IX 200, Od. IV 124 e X 12); doveva trattarsi di un tessuto ampio e spesso, che si combina bene con la quantità di lana necessaria per la sua fabbricazione come registrata sulle tavolette in Lineare B, ossia 7 unità (21 kg), che sarebbero state prodotte da 28 ovini.

Altri tipi di tessuti menzionati dalle tavolette della classe L sono:

  • pe-ko-to, associato al verbo πέκτω, “pettinare, cardare”, dunque “tessuto cardato” e realizzato con 10 unità di lana (30 kg), verosimilmente fornite da 40 ovini (Luján 2010, 381);
  • ki-to, χιτών “chitone, tunica”;
  • e-pi-ki-to-ni-ja, *ἐπιχιτωνία, termine forse indicante “elementi attaccati alla tunica”;
  • we-a-no/we-a2-no, ἑανός che nel lessico omerico indica una “veste fine”;
  • u-po-we, forse un tipo di sottoveste, data la presenza della preposizione ὑπό nella possibile lettura ὑποέστης riportata nel Lessico di Esichio.

In alcune registrazioni sono descritti anche il colore dei diversi tipi di tessuti (ko-ro-ta2 “colorato”; po-ri-wa “grigio”) e/o la decorazione. Il motivo decorativo più peculiare è quello definito o-nu, termine riconducibile al greco ὄνυξ, -χος (“unghia”) o alla parola ricostruita *ὄνυχα (“filo di trama, ordito”). Questa decorazione poteva essere di colore bianco (re-u-ko-nu-ka, gr. λευκός + o-nu-ka) o policroma (po-ki-ro-nu-ka, gr. ποικίλος + o-nu-ka) (Luján 1997, 363-367).

La classe L di Cnosso, inoltre, facendo riferimento alle diverse fasi dell’industria tessile, consente di ricostruire l’intera filiera produttiva dei tessuti. Per esempio, i set Lc(1) e Lc(2) registrano i preventivi di produzione dei tessuti per l’anno successivo, stabiliti sulla base dei dati e delle stime delle greggi ovine e richiesti a diversi centri cretesi (Killen 1966). Il set L(3) si occupa invece della registrazione di informazioni relative ai villaggi coinvolti nell’industria tessile, riportando in particolare gli ammanchi nella consegna di prodotti finiti, nello specifico del tessuto di tipo pu-ka-ta-ri-ja (TELA+PU). Altri gruppi di tavolette che registrano le consegne al palazzo e l’immagazzinamento dei tessuti sono le serie Ld e Le (Killen 1979a). Queste, inoltre, informano sulla categoria di lavoratori impiegati nell’industria tessile: di solito gruppi di donne controllate direttamente dal palazzo oppure da collettori, funzionari ingaggiati dal centro palatino in qualità supervisori. Alcune tavolette menzionano la modalità di impiego delle donne, specificata con il termine ta-ra-si-ja, indicante verosimilmente una prestazione lavorativa che avrebbe previsto la fornitura di materia prima grezza in quantità fisse, da parte del centro economico-amministrativo, a lavoratori specializzati che avrebbero dovuto riconsegnare all’istituzione prodotti finiti in quantità corrispondenti a quanto ricevuto (Killen 1979b; Nosch 2000; 2006). Altre tavolette, invece, indicano la specializzazione delle tessitrici: per esempio le a-ze-ti-ri-ja/a-ke-ti-ri-ja/a-ke-ti-ra2 (*ἀσκήτριαι) erano deputate alla decorazione o rifinitura, mentre le pe-ki-ti-ra2 (*πεκτριαι) erano specializzate nella tessitura della tela di tipo pe-ko-to (DMic s.v.).

             

L 469                  L 695                L 8025           Lc 504 recto      Lc 504 verso          Lc 546                Le 641              Le 5629

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