Il nodulo a base piatta 71980 reca un’impressione di sigillo raffigurante “due leoni al galoppo volante” (Del Freo 2002-2003, 69).

Il documento è anepigrafo e presenta, sul retro, tracce del documento cui era attaccato e del cordino lo legava.

Il nodulo a base piatta veniva applicato direttamente su ciò che sigillava: fogli di pergamena che si pensa potessero riguardare contratti o accordi economici. Essi probabilmente erano da consultare al bisogno e solo il tal caso veniva rotto il sigillo; ciò potrebbe spiegare il perché spesso i noduli si rinvengano integri (Montecchi 2010, Montecchi 2019).

Il nodulo proviene dal Quartiere Nord-Ovest della Villa, come la quasi totalità delle cretule; probabilmente in origine conservati al piano superiore, crollato a seguito dell’incendio che distrusse la distrusse, sono stati ritrovati nel vano 13, per questo battezzato “la stanza dei sigilli” e nell’area del portico 11 (Halbherr 1903, 30; Levi 1925, 73; per i luoghi di provenienza dei documenti amministrativi cfr. Militello 1988, 1992, 2001, 2011).

Misure 2.35 x 1.3 x 1.0 cm.

L’impressione di sigillo HT 146 ricorre una sola volta.

La coppia di leoni al galoppo volante si muove in un paesaggio caratterizzato da un terreno roccioso e da una palma sullo sfondo. È una impronta poco chiara, per questo inizialmente venne interpretata da Levi come due animali in lotta in un paesaggio desertico (Levi 1925-26, 145, n. 146). Essa rappresenta un unicum ad Haghia Triada, e trova confronto solo con due noduli ad un foro di Zakros, luogo d’origine che probabilmente condividono (Albertini et alii 2013, 12). Il leone più comunemente viene ritratto isolato, mentre caccia e attacca un quadrupede, in lotta con l’uomo, o a protezione di figure divine, tuttavia, anche quello dei leoni in coppia al galoppo è un motivo noto, che troverà echi nel mondo miceneo (Blakolmer 2015, 90).

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