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La Lineare A (LA) è una delle scritture in uso a Creta durante l’Età del Bronzo; nota una lingua locale sconosciuta (o più d’una), tradizionalmente identificata con la lingua “minoica”. Il totale dei documenti è esiguo: l’aggiornamento al 2023 conta 1534 documenti, per un totale di 7574 segni (RILA-S1, p. XVII). La LA sembra essere, almeno in parte, una creazione locale: non sono infatti noti paralleli grafici che possano costituire un suo antecedente al di fuori dell’isola di Creta. Quando fa la sua comparsa, nel periodo dei “Primi palazzi” (e per la precisione nel MM IIB, XIX-XVIII sec. a.C.), è attestata quasi esclusivamente nel sito di Festòs, nella zona centro-sud dell’isola di Creta, anche se tracce di altrettanta antichità sono emerse anche a Cnosso e Arkhanes. In questo periodo nel resto dell’isola sembra essere stato in uso esclusivamente il Geroglifico Cretese (GC); il rapporto con questa scrittura è dibattuto: nonostante una generale somiglianza grafica, condividono in realtà solo il 20% dei segni, cosa che esclude una filiazione diretta; le due scritture hanno però convissuto e si sono influenzate a vicenda in ambito contabile (Schoep 2000, p. 18). Durante il MM III coesiste con il Geroglifico Cretese nei siti di Cnosso e Mallia e durante tutto il periodo dei “Secondi palazzi” (Neopalaziale, XVII-XV sec. a.C.) il suo uso si espande in tutta l’isola di Creta, nelle isole del Mar Egeo (Kythera, Kea, Melos, Thera, Samotracia), in alcuni siti della Grecia continentale (Haghios Stephanos, Tirinto) e a Mileto in Asia Minore (fig. 1). La maggior parte dei documenti risale all’orizzonte di distruzione del TM IB (XV sec. a.C), dopo il quale la LA smette di essere usata per scopi amministrativi e si trova sporadicamente solo in iscrizioni non amministrative; la testimonianza più recente è un’iscrizione votiva dipinta su una statuina in terracotta proveniente da Poros Herakleiou (POR Zg 1) e databile al 1350 a.C. (RILA-S1, p. XXXIII; inoltre cfr. Vandenabeele 1985).
Fig. 1 – Mappa dei ritrovamenti di documenti LA amministrativi e non amministrativi (Riadattamento da Salgarella 2020, pp. 2-3)
Delle 1534 iscrizioni, circa il 90% è composto da documenti amministrativi d’archivio su argilla, originariamente lasciata cruda, che si è cotta e preservata solo a causa degli incendi che hanno portato alla distruzione degli archivi in cui erano contenuti. I siti che hanno restituito documenti d’archivio sono a Creta: Arkhanes, Chanià, Cnosso, Festòs, Gournià, Haghia Triada, Mallia, Palaikastro, Papoura, Petràs, Pyrgos, Tilissòs e Zakros; nelle isole: Haghia Irini a Kea, Phylakopi a Melos, Akrotiri a Thera e Mikro Vouni a Samotracia. I formati di questi documenti sono diversi: tavolette, barre, rondelle, cretule sigillate di vari tipi, ognuno testimone di una fase diversa della gestione amministrativa operata dai palazzi e dalle comunità. Dal momento si tratta di testi di natura economica, essi per lo più registrano entrate e uscite di beni e derrate dai magazzini. All’interno degli archivi, soprattutto di quelli dei “Secondi palazzi”, è stata trovata anche una quantità considerevole di una particolare forma di cretule sigillate, i flat-based nodules (noduli a base piatta), che, oltre alla sigillatura, recano al loro interno l’impressione di fogli di pergamena ripiegati. Questa è una prova quasi inequivocabile che anche materiali deperibili venissero usati per la scrittura.
Il restante 10% delle iscrizioni è delle più varie tipologie: incise su vasi di pietra o di argilla, su supporti architettonici di pietra e stucco, incise sul metallo di gioielli e spille, su oggetti in pietra, metallo, terracotta e avorio. In LA sono rarissimi i sigilli iscritti, tipologia di documento che invece è particolarmente abbondante nel repertorio del GC: circa la metà dei documenti in questa scrittura è infatti composta da sigilli incisi in osso o pietra. I testi di tipo economico che provengono dagli archivi presentano una struttura piuttosto semplice di elenchi e cifre con totali e ammanchi, mentre i testi leggibili sui vasi in pietra (le “tavole da libagione”) sono per lo più ripetitivi e formulari, legati al contesto di provenienza dei manufatti su cui sono stati apposti: sono tutti di pertinenza santuariale e con ogni probabilità legati a riti religiosi (i santuari che hanno restituito i maggiori ritrovamenti sono quelli del Monte Iouktas e quelli di Petsophas, Psykhrò, Symi Viannou e Vrysinas). Una sfera simile, a cavallo tra religioso e privato, può essere ipotizzata anche per altri tipi di iscrizioni, come quelle apposte su figurine in terracotta, oggetti d’avorio e di metallo provenienti da contesti cultuali e funerari. Questa varietà è straordinaria: la LA mostra, infatti, la più ampia gamma di supporti non amministrativi tra tutte le scritture egee (Steele 2024, p. 101).
Tutti i documenti in LA rinvenuti e pubblicati fino al 1985 sono stati raccolti nel corpus di riferimento, GORILA I-V (Recueil des inscriptions en linéaire A), di cui è recentemente stato pubblicato il primo supplemento, RILA-S1 (Recueil des inscriptions en linéaire A: Supplement 1), che raccoglie tutti i documenti pubblicati dal 1985 al 2023. Altri corpora degni di menzione sono CTLA (Corpus transnuméré du linéaire A) e TMT (Testi Minoici Trascritti).
All’interno di questi corpora, ad ogni documento è stata associata una sigla identificativa composta da tre componenti:
- dall’abbreviazione in lettere maiuscole del sito di ritrovamento, come KN per Cnosso, PH per Festòs, HT per Haghia Triada, ecc.;
- dall’associazione di due lettere, una maiuscola e una minuscola, che individuano il tipo di documento, qualora questo sia diverso da una tavoletta (Fig. 2). L’utilizzo di doppie lettere è stato consolidato da GORILA e perfezionato da Hallager 1999, mentre in CTLA si trova una lettera singola;
- dal numero progressivo del documento stesso.
Esempi di sigle sono quindi: KN 49, POR Zf 2, HT 97, KH Wc 2002, PH Wy 42, ecc.
Fig. 2 – Classificazione delle tipologie di materiale iscritto (da Perna 2016, p. 97)
La LA è un sistema logo-sillabico aperto, composto da segni cosiddetti semplici e complessi. I segni semplici sono composti da un’unità inscindibile, mentre i segni complessi sono formati dall’unione di due o più segni semplici e sono quindi divisibili in unità minime.
Dei segni semplici fanno parte 97 sillabogrammi, ossia segni che hanno valore fonetico e sono corrispondenti a sillabe individuali, composte o da una sola vocale – come a, e, i, o, u – o da una consonante + una vocale – come ta, te, ti, to, tu, ecc.; oltre questi segni, contiamo tra i semplici una cinquantina di logogrammi, anche detti “oggettogrammi”, che hanno un valore semasiografico specifico e corrispondono ad oggetti, merci e persone inventariabili (fig. 3). Alcuni sillabogrammi ricoprono anche una funzione logografica. Altri segni semplici sono i 4 numeri (aritmogrammi, 1, 10, 100 e 1000), e 17 segni di frazione (metrogrammi) dai valori incerti e molto discussi.
Costituiscono i segni complessi 30 segni di frazione (metrogrammi) complessi, formati dalla giustapposizione di due o più metrogrammi semplici (fig. 4) e circa 150 legature composte dalla fusione o giustapposizione di due o tre segni tra sillabogrammi, logogrammi e metrogrammi (fig. 5).
Fig. 3 Fig. 4 Fig. 5
Fig. 3 – I segni semplici della LA (da MNAMON)
Fig. 4 – Metrogrammi e aritmogrammi LA (da MNAMON)
Fig. 5 – I segni complessi della LA (da MNAMON)
Le iscrizioni sono di norma destrorse, ma non mancano esempi sinistrorsi e bustrofedici. Ad ogni segno è associato un numero d’ordine convenzionale che permette di individuarli univocamente e di trascrivere i testi senza associare ai segni un valore fonetico. I numeri adottati correntemente sono stati introdotti in GORILA V, sulla base della classificazione che Bennett fece nel 1963 per la LB (idea già di Myres 1946).
La LA condivide più del 70% dei sillabogrammi con la Lineare B (LB), scrittura decifrata e che esprime il dialetto greco miceneo, attestata sia a Creta che in Grecia Continentale (fine XV-XIII sec. a.C.): questa percentuale offre certezza sulla filiazione della LB dalla LA. Anche sulla base di ciò, all’indomani della decifrazione della LB, i suoi valori fonetici vennero applicati per la traslitterazione convenzionale anche dei testi in LA. Sebbene ciò sia stato considerato spesso improprio, e successivamente evitato da parte della comunità scientifica, studi degli ultimi trent’anni hanno contribuito a confermare la sostanziale omofonia dei sillabogrammi omomorfi (Negri 1996a, 1996b; TMT pp. 14-15; Steele – Meißner 2017).
Un altro rapporto probabile di filiazione è presente tra la LA e i sillabari in uso a Cipro nel II millennio a.C., il Ciprominoico (CM), e nel I millennio a.C., il Sillabario Cipriota Classico (SCC). È evidente che l’SCC discenda dal CM, il quale mostra molti punti di contatto con la LA. È dunque probabile che anche il CM, come la LB, sia discendente della LA.
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