CLASS D
La serie D- di Cnosso si compone di circa 990 unità, tra tavolette complete e frammentarie. Queste sono siglate Da, Db, Dc, Dd, De, Df, Dg, Dh, Dk, Dl, Dm, Dn, Do, Dp, Dq, Dv e D: tale gruppo tematico è il più ampio dell’intero archivio e rendiconta le greggi appartenenti al palazzo. Le tavolette in questione sono tutte di forma stretta e allungata, detta dagli studiosi ‘a foglia di palma’ e sono raggruppabili in due distinti insiemi in base alle loro caratteristiche contenutistiche, contestuali e paleografiche: quello che riunisce le serie Da, Db, Dc, Dd, De, Df, Dg, Dh(1), Dk(2), Dm, Dn e Dv, e quello rappresentato dalle serie Dh(2), Dk(1), Dl, Do, Dq(4) e D.
Le tavolette appartenenti a questa classe presentano un formulario piuttosto regolare. I testi, infatti, constano generalmente di un antroponimo, riportato all’estremità sinistra della tavoletta con caratteri più grandi; sulla destra il testo può organizzarsi su un unico registro o su due registri sovrapposti, talvolta separati da una linea divisoria orizzontale. Il primo registro può riportare il nome del funzionario di palazzo, convenzionalmente definito ‘collettore’, responsabile, di grado maggiore rispetto al pastore, della gestione delle greggi o, eventualmente, un aggettivo; il secondo registro reca convenzionalmente un’indicazione toponimica. Si consideri, tuttavia, che l’ordine di questi elementi non è invariabile. La parte terminale dei documenti è invece destinata al conteggio e definizione di diverse tipologie di ovini. In alcuni casi (in particolare le serie Dk, Dl e Dp), sulle tavolette sono annotati anche quantitativi di lana.
Si noti che il sistema numerico miceneo è decimale, non posizionale e risulta molto semplice da trascrivere: le unità sono rappresentate da trattini verticali; le decine, da tratti orizzontali, le centinaia da un cerchietto, le migliaia da un cerchietto contornato da quattro segni più piccoli e le decine di migliaia da un tratto orizzontale inscritto nel cerchietto contornato da quattro segni più piccoli.
Il Sistema numerico miceneo
Se non vi è dubbio che gli antroponimi posti in prima posizione corrispondano ai pastori che gestivano per conto del palazzo le greggi, i cosiddetti ‘collettori’ rappresentano presumibilmente dei personaggi strettamente connessi all’amministrazione palaziale. Tuttavia, il loro esatto ruolo nell’organigramma dello stato cnossio non è definibile con precisione poiché la documentazione non specifica altro che il nome del funzionario, ma mai il suo ruolo nell’ambito dell’allevamento o in altri ambiti.
Chadwick e Ventris (Chadwick – Ventris 1973) introdussero il termine ‘collettore’ sulla base del temine miceneo a-ko-ra, da leggersi probabilmente come ἀγορά ‘raccolta’ ed a-ke-re, ἀγείρει ossia ‘egli riunisce’, da cf. ἀγείρω ‘raccogliere, riunire’, che gli autori intesero come raccolta finalizzata ai tributi per il palazzo. Nonostante il termine sia utilizzato comunemente, varie ipotesi sul ruolo e sulla funzione di tali personaggi sono state avanzate.
Leonard Palmer (Palmer 1957), ad esempio, ipotizza che i collettori fossero i veri proprietari delle greggi. John Bennet (Bennet 1992), invece, constatando che la ricorrenza dei ‘collettori’ nella documentazione relativa al comparto dell’allevamento si attesta al 30% dei casi, e che mediamente la presenza di ‘collettori’ è maggiore mano a mano che ci si allontana dalla capitale, Cnosso, sostiene che questi agenti fossero degli allevatori appartenenti forse ad élites locali sottomesse dai nuovi signori micenei dell’isola, e pertanto tenute in una posizione marginale rispetto all’élite al potere a Cnosso. La sensazione di una loro ‘marginalità’ nell’amministrazione diviene spunto, per Susan Lupack (Lupack 2006), per postulare una loro indipendenza economica: da qui l’ipotesi che essi fossero a capo di “mini-economic centers”, ossia centri di allevamento e produzione almeno in parte indipendenti dal palazzo.
Al contrario, Killen ed Olivier nei loro importanti studi sull’allevamento e l’industria tessile nel mondo miceneo, giungono alla conclusione opposta, ossia che questi collettori erano membri importanti dell’elites di palazzo (Olivier 2001). In particolare, Killen (Killen 1976, 1979, 1983) sostiene che erano membri della nobiltà cui era stato concesso la gestione e in parte l’usufrutto, anche se parziale, di importanti branche dell’economia del regno, ed in particolare quella dell’allevamento e della produzione tessile.
Secondo Pierre Carlier (Carlier 1992) essi erano invece agenti che prendevano in appalto le greggi del palazzo e che ne traevano profitto attraverso i surplus di produzione delle greggi stesse. In direzione opposta procede l’ipotesi di Louis Godart (Godart 1992), il quale ipotizza che essi, in quanto interlocutori costanti del palazzo, abilitati a gestire intere branche dell’economia dello stato, dovessero far parte dell’élite o dell’entourage del Wanax.
Françoise Rougemont (Rougemont 2001 e 2009) propone l’ipotesi che i ‘collettori’ avessero il ruolo di agenti di controllo del fisco agli ordini del palazzo. Il loro incarico sarebbe stato quello di controllare la gestione e la produttività delle greggi sotto la loro supervisione. La prova di questa mansione sarebbe da vedersi nel fatto che, se in media solo il 30% delle tavolette relative all’allevamento presenta l’indicazione di ammanchi di bestiame, all’interno di questo gruppo, i documenti che testimoniano la presenza di collettori sono il 50%.
Avvicinandosi all’ipotesi di Godart, ma accantonandone la conclusione sociologica, Alessandro Greco (Greco 2010) avvicina i collettori cnossii a quelle figure di intermediari e appaltatori che si trovano ben attestati nelle amministrazioni neosumeriche (XXII-XXI sec. a.C.), in Vicino Oriente. Di particolare interesse risulta, ad esempio, la mansione che alcuni naqīdum rivestivano nella città di Larsa. Nicholas Postgate (Postgate 1992) traduce naqīdum con “herding contractor”: tali funzionari, riconducibili a ranghi e ruoli diversi, avevano come incarico quello di fungere da intermediari tra palazzo e pastori per quelle greggi di proprietà palatina che l’amministrazione non poteva o non voleva gestire direttamente. Una simile competenza dovevano avere anche le figure dei rab nāqidī, che compaiono come ispettori o sovrintendenti dei pastori in documenti di epoca medio assira.
Seguendo il confronto con il Vicino Oriente, per esempio, si può ipotizzare, altresì, che collettori importanti come e-me-si-jo, o we-we-si-jo (probabilmente Werwesios, interpretabile alla luce dell’omerico εἶρος ‘lana’) e altri potessero rivestire cariche più significative, sebbene tale postulato, allo stato attuale delle conoscenze, non sia in alcun modo comprovabile.
Una simile ipotesi offre la possibilità di conciliare alcune problematiche emergenti nella documentazione e dalla natura della documentazione stessa. Se l’ipotesi è corretta, infatti, è palese che il modo più corretto e sintetico che lo scriba aveva per descrivere un ruolo di intermediario non poteva che essere quello del semplice riferimento antroponimico. A prescindere dal rango e dagli altri incarichi che i collettori rivestivano all’interno dell’amministrazione, infatti, tali funzionari, nella gestione delle greggi, avevano un medesimo ruolo; specificarne rango e carica non avrebbe avuto, dunque, alcuna utilità per la comprensione del testo.
Da 1156 Da 1163 Da 1164 Da 1170 Da 1172 Da 1173 lat inf Da 1173 recto Da 1341 Da 1341 join
Da 1352 Da 1378 Da 1495 Da 8201 Db 1159 Db 1160 Db 1344 Db 1464 Db 1507
Dd 1157 Dd 1342 Dd 1429 Dd 5174 De 1084 De 1084 verso De 1585 Dg 1158 Dg 5185
Dk 1067 Dm 1180 Dm 1184 Dn 1094 Dp 1061 Dq 7126 Dq 7137 Dq 7852 De 1085
Dv 1509 Dv 1607 Dv 5075 Dv 5322 Dv 8413 Dv 8742 Dv 9568 Dv 9591 Dv 9603
Dv 9603 verso Dv 9604
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