CLASS X

Dopo la scoperta delle tavolette di Cnosso, a partire dal 1900, a opera di Arthur Evans, e per i decenni successivi, lo studio della documentazione in Lineare B fu fortemente condizionato dall’assenza di una catalogazione dei documenti e da una incompleta distinzione e definizione degli elementi costitutivi del sillabario miceneo: i sillabogrammi e logogrammi.

La scoperta dell’archivio di Pilo, in Messenia, a partire dal 1939 aumentò considerevolmente il numero di testi disponibili permettendo a Emmett L. Bennett Jr., negli anni 1950-51, di operare la classificazione sistematica di tutte le tavolette attraverso lo strumento più semplice ed intuitivo, utilizzato dagli stessi scribi: i logogrammi (Bennett 1950-51)

Si consideri, per maggiore chiarezza, che i logogrammi sono segni sematografici, in forma iconica o convenzionale /non iconica, che possono designare, per esempio, uomini, animali, derrate o prodotti artigianali – in questo sito usiamo convenzionalmente il termine logogramma per indicare l’apparato sematografico della scrittura in contrapposizione alle notazioni fonetiche in extenso.

Attraverso i logogrammi si pervenne alla catalogazione dei documenti in Lineare B secondo un sistema alfa numerico, in cui la parte alfabetica riconduce direttamente ad uno specifico logogramma o ad un ristretto gruppo di essi. Secondo questa convenzione dunque, la classe di documenti che presenta, ad esempio, la lettera A- in posizione iniziale, reca il logogramma per uomo, la classe D- reca il logogramma per ovini, e così via. Secondo queste norme, la serie X riunisce tutti quei documenti che per la loro frammentarietà e/o mancanza di logogrammi non sono riconducibili alle altre categorie. Nel corso degli anni, molti lavori di tipo epigrafico, paleografico e filologico si sono concentrati sui frammenti raggruppati in questa classe: il fine era quello di utilizzarli per ricomporre o completare tavolette pervenute incomplete e variamente lacunose. La ricerca ha permesso, così, di individuare frammenti che appartenevano originariamente ad uno stesso documento, permettendo pertanto di integrare e ricomporre molte tavolette

Nella ricostruzione della tavoletta originaria, i frammenti possono congiungersi con precisione o meno. Nel caso in cui vi sia esatta corrispondenza fra di essi, il raccordo viene indicato convenzionalmente attraverso l’apposizione di un ‘+’ tra le notazioni dei diversi frammenti; laddove invece non vi sia una diretta congiunzione, ma sufficienti indizi per ipotizzare l’appartenenza al medesimo documento, la convenzione impone l’utilizzo di un ‘+’ tra parentesi quadre.

Si considerino, a titolo esemplificativo, le tavolette Sd 4401 e L 515. Nel primo caso il documento risulta raccordabile con precisione al frammento X 8718, ragione per cui avremo Sd 4410 + X 8718;

 

nel secondo caso, invece, poiché fra i due frammenti non vi è precisa corrispondenza, ma il loro raccordo è comunque altamente probabile, avremo L 515 [+] X 7611.

               

X 522                X 697                 X 6029              X 7546               X 7554               X 7629               X 7749              X 8502               X 9020

               

X 9196              X 9209              X 9375               X 9721               Xd 107               Xd 149          Xd 149 verso         Xd 7914             Xf 5104

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