N.inv. Pigorini

72460/ HT Wa 1110

Il nodulo pendente ad un foro 72460/ HT Wa 1110 reca l’impronta di sigillo “Elmo a zanne di cinghiale” (Del Freo 2002-2003, 69-70).

Reca un segno in Lineare A sulla faccia C.

AB 02/RO

Il segno ricorre su pochi esemplari (oltre al nodulo 72460, anche su 71969), evidenze insufficienti per permettere di capire se avesse valenza di abbreviazione acrofonica per il nome di un prodotto o di una località (Negri 2002-2003, 100; Montecchi 2019, 283).

Come la quasi totalità delle cretule, il nodulo proviene dal Quartiere Nord-Ovest della Villa; probabilmente in origine conservati al piano superiore, crollato a seguito dell’incendio che la distrusse, sono stati ritrovati nel vano 13, per questo battezzato “la stanza dei sigilli” e nell’area del portico 11 (Halbherr 1903, 30; Levi 1925, 73; per i luoghi di provenienza dei documenti amministrativi cfr. Militello 1988, 1992, 2001, 2011).

Misure 2.0 cm x 1.5 cm x 1.2 cm.

Scriba –

L’impressione di sigillo HT 6 è attestata su 3 supporti, DI CUI uno al Museo Pigorini (Del Freo 2002-2003,69-70).

Il motivo raffigura un elmo a zanne di cinghiale con paraguance e protezione per la nuca, decorato sulla sommità da un pennacchio o da un corno, il quale era stato inizialmente scambiato da Halbherr per una coda di scorpione (Del freo 2002-2003, 69). Completa il motivo un semi-cerchio di palmette, che lo circonda da sinistra a destra. L’elmo a zanne di cinghiale lo si è frequentemente ritenuto una caratteristica micenea, tuttavia, benché maggiormente diffuso sul Continente, esso ricorre anche nelle rappresentazioni a Creta tra MM III e TM III. Esso era formato da una calotta su cui erano cucite le zanne a forma di crescente, le quali non fungevano solo da decorazione, ma, oltre al ruolo protettivo, erano senza dubbio espressione del coraggio e della bravura del guerriero che se li era procurati durante la caccia. Si è stimato che fosse necessario uccidere fino a 30 cinghiali per decorare un elmo con un minimo di tre registri, e fino a 75, per un elmo a cinque o sei registri, completo di paraguance e protezione per la nuca (Morgan 1988,112-114). La caccia al cinghiale era quindi probabilmente legata ad un rito di passaggio che coinvolgeva i giovani aristocratici che entravano nell’età adulta, e prova della riuscita dell’impresa era lo sfoggio delle zanne del cinghiale sul proprio elmo (Cultraro 2004, 127-128).

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