N.inv. Pigorini/ Serie W

71952/ HT Wa 1176 (AB 41/SI)

Il nodulo 71952/ HT Wa 1176 è parte di un gruppo di sei noduli pendenti ad un foro con stessa impronta di sigillo raffigurante “due figure maschili in processione”, probabilmente due funzionari di alto rango, come farebbero pensare le acconciature e l’abbigliamento (Del Freo 2002-2003, 58-60).

Il nodulo reca iscritto un segno in Lineare A sulla faccia C.

AB 41/SI

Spesso in connessione con spezie e derrate, se fosse un prodotto agricolo si sarebbe tentati di vedervi la sigla per SI-KA (v. 71950/ HT Wa 1014) (Negri 2002-2003, 99), o per SI-TU (Montecchi 2019, 283).

Come la quasi totalità delle cretule, questo nodulo pendente a un foro proviene dal Quartiere Nord-Ovest della Villa; probabilmente in origine conservate al piano superiore, crollato a seguito dell’incendio che distrusse la villa, sono state ritrovate nel vano 13, per questo battezzato “la stanza dei sigilli” e nell’area del portico 11 (Halbherr 1903, 30; Levi 1925, 73; per i luoghi di provenienza dei documenti amministrativi cfr. Militello 1988, 1992, 2001, 2011).

Misura 2.3 x 1.4 x 1.3 cm

Scriba Wa 68

Impronta di sigillo HT 125, attestata su 256 supporti, ricorre sei volte nel corpus del Pigorini.

Le due figure protagoniste della scena apparirebbero allontanarsi verso sinistra da un edificio posto sulla destra, di cui sono riconoscibili degli elementi rettangolari (CMS II, 6 nr. 011), e forse da intendersi come un sacello, nel caso in cui la scena si svolgesse all’aperto, ma un’altra possibilità è che sia una scena d’interno; in questo caso le figure sarebbero appena entrate dalla porta raffigurata a destra (Halbherr 1903, 42; Marinatos 1993, 138; Krattenmaker 1995, 124; Blakolmer 2018, 43).

Non vi è sempre stata unanimità nell’interpretazione del sesso dei due individui, che nel Registro delle Entrate del Museo vennero registrati come una donna e un uomo, una interpretazione poi rivista alla luce del fatto che la prima figura a sinistra, a torso nudo e bastone poggiato sulla spalla (Il bastone sulla spalla non compare nei primi disegni delle pubblicazioni di Halbherr e Levi e viene aggiunto da Younger. Cfr. Younger 1995, 159, nr. 21), benché indossi un abito che sembrerebbe usato indistintamente da uomini e donne, manca in questo caso della caratterizzazione del seno. L’abito in questione sarebbe una gonna in pelle, indossato da coloro che dovevano ricoprire un ruolo di prestigio, e che pertanto risulta essere legato più alla funzione di chi lo indossa, che al genere. A seguirlo, l’altro personaggio indossa invece un capo decisamente maschile, che caratterizza anche il protagonista del Vaso dei Mietitori: la cd. corazza, anche definita veste sacra o nodo sacro, termine che ricorre spesso nell’iconografia minoica, e utilizzato per indicare importanza di chi lo indossa, tanto da arrivare a vedervi un’autorità divina e secolare (Levi 1925, 132; Marinatos 1993, 135; Chapin 2012, 303; Crowley 2013, 355-356; Blakolmer 2018, 35).

I due personaggi non sarebbero esattamente nel fiore degli anni; in accordo con le sequenze di corrispondenze individuate da Kohel e Doumas tra acconciature ed età degli individui, almeno il primo, infatti, apparirebbe barbato e con capelli lunghi sino alla nuca, un’acconciatura adottata da coloro che si accingevano a raggiungere la compiuta maturazione (Kohel 2016, 116).

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