N.inv. Pigorini/ Serie W

 71961 / HT Wa 1542

Il nodulo pendente ad un foro 71961 / HT Wa 1542 reca l’impronta di sigillo “Due capre selvatiche al galoppo” (Del Freo 2002-2003, 62).

Esso reca un segno in Lineare A sul lato B.

AB 81/ KU

L’ampiezza e la varietà dei contesti in cui esso è utilizzato farebbe ipotizzare che assuma diversi significati a seconda delle situazioni. Esso è stato identificato come sigla di prodotto, agricolo o tessile, di categoria di personale, o ancora è possibile che sia un indicatore di totali e quantità registrate (Negri 2002-2003, 100; Montecchi 2019, 282).

Come la quasi totalità delle cretule, il nodulo proviene dal Quartiere Nord-Ovest della Villa; probabilmente in origine conservati al piano superiore, crollato a seguito dell’incendio che la distrusse, sono stati ritrovati nel vano 13, per questo battezzato “la stanza dei sigilli” e nell’area del portico 11 (Halbherr 1903, 30; Levi 1925, 73; per i luoghi di provenienza dei documenti amministrativi cfr. Militello 1988, 1992, 2001, 2011).

Misure 2.4 cm x 1.45 cm x 1.2 cm.

Scriba Wa 87

L’impressione di sigillo HT 79 è attestata su 43 supporti; tre al Museo Pigorini (Del Freo 2002-2003,62).

Il motivo raffigura due capre, un maschio e una femmina, che cozzano la testa, nello schema del “galoppo volante”. Il sigillo recante le due capre/antilopi al galoppo doveva essere di un importante funzionario, l’impronta, infatti, è compatibile con quella di un anello in oro (Weingarten 1988, 106).

La capra, nell’iconografia minoica, è un animale molto diffuso; esso ricorre come agrimi, la capra selvatica cretese in ambito sacro-religioso come sacrificio e come accompagnatore delle divinità, simbolo di fertilità e del mondo naturale, percepito come parte integrante del paesaggio cretese, e nell’ambito di scene di caccia, come preda (Polinsky 2018, 33; Blakolmer 2016, 105-107). Lo schema del “galoppo volante” qui utilizzato è un espediente utilizzato per trasmettere la potenza e la velocità dell’animale, raffigurando il suo corpo di profilo e in allungamento; esso è di matrice egea, originatosi nella glittica MM, con tutte le sue varianti, si diffonde poi in Egitto, Siria, Cipro e continuerà nell’arte micenea fino al TM IIIB (Crowley 1977, 107-111).

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