N.inv. Pigorini/ Serie W

71964/HT Wa 1559 (AB 81)

Il nodulo 71964/HT Wa 1559 è parte di un gruppo di tre noduli pendenti a un foro con stessa impronta di sigillo raffigurante “un uccello rivolto a sinistra circondato da motivi vegetali” (Del Freo 2002-2003, 63-64).

Esso reca il segno AB 81/ KU sulla faccia C.

Il segno potrebbe svolgere una funzione di sigla (/logogramma) di un prodotto agricolo, tessile o di una categoria di persone; oppure potrebbe essere stato usato come abbreviazione in riferimento a “totale” e quantità registrate; d’altro canto, alla luce dell’evidenza contestuale, appare attestato l’uso di KI, come abbreviazione per ki-ro/ammanco (e.g. HT 118.2.3.4.5). I contesti per KU appaiono, tuttavia, più incerti (Negri 2002-2003, 100; Montecchi 2019, 282).

Come la quasi totalità delle cretule, il nodulo proviene dal Quartiere Nord-Ovest della Villa; probabilmente in origine conservati al piano superiore, crollato a seguito dell’incendio che la distrusse, sono stati ritrovati nel vano 13, per questo battezzato “la stanza dei sigilli” e nell’area del portico 11 (Halbherr 1903, 30; Levi 1925, 73; per i luoghi di provenienza dei documenti amministrativi cfr. Militello 1988, 1992, 2001, 2011).

Misura 2.1 x 1.7 x 1.2 cm

Scriba Wa 86

L’impronta di sigillo HT 19 è attestata su 38 supporti e ricorre tre volte nel corpus del Pigorini.

Il motivo raffigura un uccello acquatico, probabilmente un’anatra, stante in un campo di palmette. J. Weingarten lo identifica come opera di una specifica scuola glittica operante ad Haghia Triada che denomina appunto Scuola delle Palmette (Krzyszkowska 2010, 177).

Il motivo degli uccelli acquatici è uno dei motivi che maggiormente ricorre isolato, dopo tori ed agrimia (la tipica capra cretese), nelle raffigurazioni artistiche dell’Età del Bronzo, soprattutto tra MB II e TB II. Esso ricorre su pitture vascolari, affreschi, gioielli e armi, ben caratterizzato sia a livello morfologico, che per pose e comportamenti degli animali, tanto da renderli distinguibili in oche, papere e cigni (Binnberg 2018, 110).

Nell’immaginario cicladico e cretese questi animali sono spesso associati allo scorrere delle acque, connessione che prende concretezza in rhyta e vasi da libagione in forma di uccello acquatico, oppure compaiono in associazione a figure antropomorfe, forse divine, nel ruolo di accompagnatori e messaggeri (Blakolmer 2016, 120-121; Binnberg 2018, 113-114).

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